Incentivi fotovoltaico nel mondo
Incentivi fotovoltaico nel mondo. Il 2012 è un anno che segna ancora una crescita per il fotovoltaico mondiale, malgrado le incertezze e i tagli agli incentivi annunciati o già applicati in alcuni tra i maggiori mercati planetari, tra i quali anche l’Italia.
Osservando i dati sull’Italia, Germania o Francia potremmo essere portati a un certo pessimismo, ma il fotovoltaico sta penetrando in un numero assai più elevato di mercati. A confermarlo sono le ultime previsioni di IMS Reserach (di recente acquistata da IHS): il 2012 a livello mondiale il fotovoltaico non si fermerà.
Lo sviluppo del fotovoltaico crescerà di almeno il 3,5%. Gli impianti installati, su scala mondiale, cresceranno dai 26,9 GW del 2011 (per Epia sono invece 27,6 GW, perché si considerano le connessioni) a 27,8 GW oppure a 32,6 GW, secondo gli scenari più ottimistici. Il Vecchio Continente subirà un indebolimento del suo ruolo: nel 2011 ha rappresentato quasi il 70% delle installazioni, nel 2012 non supererà il 50%.
“Anche se gran parte dell’industria si aspetta tempi bui, in realtà noi prevediamo una rapida ripresa della domanda, trainata dall’abbassamento dei prezzi degli impianti, una corsa che punta a battere i tagli di incentivi e un numero crescente di mercati emergenti di taglia media”, ha dichiarato Ash Sharma, Senior Research Director per il FV di Ims.
“La domanda non è se il mercato del fotovoltaico crescerà nel 2012, ma di quanto crescerà. Secondo la nostra stima più ottimistica potrà arrivare a un più 21% con 32,6 GW”. Sulla base del report, infatti, almeno 23 Paesi (17 nel 2011) andranno a installare oltre 100 MW.
La salvezza del fotovoltaico sta proprio nella sua sempre minore dipendenza dai 2 o 3 mercati maggiori, andando incontro a una diversificazione geografica. La vera novità del 2012 sarà l’esplosione del mercato domestico cinese. Sebbene domanda e offerta siano difficili da prevedere, visto il calo della domanda in Europa è evidente che il Governo di Pechino ha tutto l’interesse a far decollare il mercato interno per dare uno sbocco all’industria nazionale.