Fotovoltaico e Agricoltura
Fotovoltaico e agricoltura, una coesistenza possibile. Immaginate di dover coprire il fabbisogno energetico nazione esclusivamente attraverso pannelli solari. Di quanti km2 avremo bisogno? Dello 0,62% del territorio italiano. Percentuale forse non imponente, ma che va ponderata alla luce dell’enorme cementificazione subita dalla nostra penisola. Ciò ha portato ai ferri corti l’espansione del fotovoltaico con la presenza dell’agricoltura.
Ma c’è un ponte che potrebbe congiungere fotovoltaico e agricoltura, si chiama agrovoltaico. Realizzato lo scorso maggio in provincia di Mantova, è già stato inaugurato il primo impianto frutto di una tecnica costruttiva basata su strutture fotovoltaiche orientabili installate a 5 metri dal suolo. Ciò consente l’utilizzo, al di sotto di questa altezza, dei macchinari utili alla lavorazione del terreno.
Un’idea, unica in Europa, nata dal gruppo Rem, dove sono riunite sei aziende italiane. Intuizione tanto semplice quanto efficace. Tuttavia, dal punto di vista pratico, la realizzazione di impianti agrovoltaici implica la padronanza di sofisticate competenze tecnologiche.
Perché i pannelli devono disporsi in modo perpendicolare al terreno in caso di pioggia, non compromettendo quindi l’irrigazione delle coltivazioni. Il presidente di Rem, Roberto Angoli, sintetizza in tre punti l’obbiettivo centrale del progetto: “ Compatibilità con l’agricoltura, sostenibilità ambientale e tutela del paesaggio”.
È possibile allora pensare a un unico modello sostenibile in grado di fornire energia pulita e prodotti biologici? A quanto pare sì, vedremo se l’iniziativa attecchirà in altre aree d’Italia.